L’energia della Terra, la proposta dei candidati VENTURINI – PASINI … una soluzione al problema energetico

La nostra soluzione, finanziabile dall’Europa, prevede un programma di perforazioni, per sfruttare il calore contenuto nella crosta terrestre producendo energia senza emissioni in nell’atmosfera. In parole povere si tratta di estrarre energia geotermica in particolari graniti chiamati Hot Dry Rock, con temperature superiori ai 350°.

Tramite perforazioni profonde fino a raggiungere i suddetti graniti da 3Km a 5Km, iniettando semplicemente acqua ad alta pressione attraverso i pozzi creati, si vengono a creare delle fratture nelle Hot Dry Rock dove l’acqua, raggiungendo temperature elevate e, risalendo attraverso i pozzi di risalita, viene trasformato in energia tramite un turbogeneratore. Il calore residuo può, oltretutto, essere distribuito in una rete di riscaldamento a distanza mentre l’acqua, una volta raffreddata attraverso una torre di raffreddamento senza generazione di fumi o inquinanti, viene reimmessa attraverso un pozzo d’iniezione in un circuito chiuso. La tecnica è una fonte d’energia 24h inesauribile, indipendente dalle stagioni, ha una minima incidenza sull’ambiente essendo a circuito chiuso ed, essendo principalmente sotterranea, ha un minimo ingombro in superficie.

   

L’Italia, sino ad ora, non si è impegnata in questo settore che, invece, presenta notevole interesse sia scientifico sia industriale e la prima fase del progetto sarà volta a valutare le zone ottimali per l’estrazione di calore da sistemi rocciosi profondi ad elevata temperatura presenti in svariate zone nel sottosuolo della Regione Lazio, che per la sua morfologia ha ottime possibilità. Tra le tante cose il progetto avrebbe un impatto scientifico enorme, aprendo una nuova frontiera nello sfruttamento industriale del calore terrestre, permettendo lo sfruttamento di una risorsa geotermica inesauribile, con il pregio di essere un’energia pulita in quanto non sarebbero neppure presenti i gas dei “normali” fluidi geotermici (anidride carbonica e idrogeno solforato) dal momento che il vapore estratto deriverebbe dall’acqua iniettata dalla superficie. Oggi la tecnologia è matura e nel Lazio, sono diverse le zone che geologicamente hanno la potenzialità per essere sfruttate, per questo, una volta in Regione, intendiamo portare avanti la soluzione praticabile identificata dai nostri esperti per cercare di aiutare il Lazio ad essere energeticamente autosufficiente e abbattere i costi dell’energia, perché sembra che fino ad oggi si siano voluti favorire i grandi produttori, anche esteri con centrali a carbone o nucleari, nonostante in Italia siano state bandite per motivi politici, azzerando quella che era una nostra leadership mondiale frutto del lavoro di Enrico Fermi.

 

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