L’Ultramacinazione, la proposta dei candidati Venturini Pasini

 

La città di Roma produce circa 4.600 tonnellate di rifiuti al giorno, dei quali solo 2.000 vengono riciclati, mentre il resto va in discarica o rimane sulle strade sotto gli occhi di tutti e, per una gestione inefficiente, spedisce in Europa ogni anno 310.000 tonnellate di rifiuti con un costo di 473€ per tonnellata, gonfiando le tasche di chi del rifiuto ha fatto un business, innescando tra l’altro una pretestuosa battaglia legale con la Regione Lazio, per attribuire all’altro la responsabilità dell’emergenza, che mette a rischio la salute pubblica.

L’ideologia del “rifiuto zero”, affascinante quanto irrealizzabile, grazie alle strampalate soluzioni che si sono susseguite, hanno solo portato i cittadini a vedere le strade invase da cassonetti straboccanti, con gabbiani, topi, cinghiali che banchettano, dimostrando l’inadeguatezza dell’attuale politica.
Come ciliegina sulla torta, è iniziata la diatriba sul termovalorizzatore di Roma secondo le indicazioni UE che invitano a chiudere le discariche, sostenendo che gli inceneritori sono complementari al riciclo, e che è meglio trasformare il non riciclato in energia, piuttosto che finire in discarica.
A dispetto dell’attuale politica, una volta in Regione, intendiamo portare avanti una soluzione praticabile identificata dagli esperti del nostro team che mette tutti d’accordo; fino a ieri piuttosto che trasformare i rifiuti in una fonte di reddito, sembra che la Regione si sia impegnata a non risolvere il problema, forse perché solo a Roma lo smaltimento dei rifiuti è un business da quasi 1 miliardo di euro l’anno, creando molti interessi.

La nostra soluzione, portando il costo di trattamento dei rifiuti da 100€/ton in discarica o 300€/ton di termovalorizzatore a 40€/ton, crea posti di lavoro, si autosostiene grazie ai materiali riciclati dal processo e trasformando i rifiuti in denaro: l’ultramacinazione.
Ad esempio, un’area urbana di 5.000 abitanti produce circa 50 ton/die di rifiuti indifferenziati da cui possono ricavare 3 ton di vetro, 2 ton di metalli ferrosi e non, 1 ton di inerti, mentre il resto è acqua utilizzata dallo stesso impianto, oltre 30 ton di combustibile, senza emissione di odori e dove, il prodotto di risulta è un polverino sterilizzato inodore e batteriologicamente puro per le pressioni utilizzate nell’ ultramacinazione di 8.000/15.000 atm.
Il polverino di risulta può essere trasformato tramiti pirolisi in olio combustibile, con un dispendio energetico largamente inferiore al valore energetico del combustibile prodotto, o usato come combustibile in centrali elettriche progettate per lavorare a 1.500°-2.000°, contro gli 850° degli attuali termovalorizzatori; temperatura che rende il ciclo esente da emissioni inquinanti il cui materiale di risulta sono del ciottolame vetroso inerte utilizzabile nei sottofondi stradali.
Una serie di impianti di ultramacinazione, consentirebbe alla Regione non solo grandi risparmi per liberare risorse da dedicare ad altri capitoli di spesa, ma importanti ricavi: trasformando il problema dei rifiuti in una grande risorsa economica abbattendo i costi energetici, azzerando l’inquinamento, e permettendo di dimenticare, anzi riciclare le vecchie discariche, potendole trattare con lo stesso sistema, superando posizioni ideologiche o di convenienza, e risolvendo un problema ai cittadini.

 

 

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